NO AL TRASFERIMENTO DEI RICOVERI DA SCIACCA ALLA CASA DI CURA PRIVATA SANT’ANNA DI AGRIGENTO. SÌ AL CENTRO COVID NEI LOCALI DEL POLIAMBULATORIO DELL’OSPEDALE DI SCIACCA, PER POI ISTITUIRE IL REPARTO MALATTIE INFETTIVE
NO AL TRASFERIMENTO DEI RICOVERI DA SCIACCA ALLA CASA DI CURA PRIVATA SANT’ANNA DI AGRIGENTO. SÌ AL CENTRO COVID NEI LOCALI DEL POLIAMBULATORIO DELL’OSPEDALE DI SCIACCA, PER POI ISTITUIRE IL REPARTO MALATTIE INFETTIVE
Trovo inadeguato e di dubbia efficacia il dirottamento dei ricoveri in medicina dell’ospedale di Sciacca presso la Casa di Cura Sant'Anna di Agrigento che dista circa 80 chilometri dal comune saccense. Non comprendo quale sia la logica sottostante tale decisione, peraltro stanno già emergendo problematiche forti rispetto al trasferimento di pazienti così lontano, come emerso da notizie di organi di stampa.
Come mio solito, anche questa volta, senza polemiche e attraverso il suggerimento di soluzioni positive, intendo ribadire la proposta già avanzata nei giorni scorsi di realizzare uno specifico Ospedale Covid all’interno del padiglione, al momento sede di uffici e del poliambulatorio dell’Asl, che ricade nell'area perimetrale dell'ospedale Giovanni Paolo II, ma fisicamente staccato dal corpo principale.
Aggiungo che, nella fase preliminare/progettuale per la creazione del nuovo Ospedale "Giovanni Paolo II", l’area che propongo di utilizzare, era destinata proprio alla realizzazione di una U.O. di Malattie Infettive.
Inoltre, l’edificio in questione è strutturalmente perfetto; vede attive utenze elettriche, telefoniche e idriche; è completamente indipendente dall'ospedale vero e proprio e all'interno sono funzionanti anche gli ascensori.
Studiando la planimetria dell’area in questione, posso dirmi certo che la struttura si presterebbe perfettamente alle attuali esigenze, ma non solo.
Sono intenzionato, infatti, a trasmettere una proposta al Ministero della Salute e a coinvolgere la Regione perché, passata l’emergenza, la struttura venga definitivamente utilizzata per creare un reparto di malattie infettive, dotando una volta per tutte il Giovanni Paolo II di un reparto all’avanguardia che possa servire l’intero territorio provinciale e anche regionale.
Va precisato che l'ospedale Giovanni Paolo II vanta delle eccellenze di tutte le unità operative, ma sicuramente la dinamica dell'approccio in ospedale nel prossimo futuro dovrà subire delle modifiche organizzative, implementando il servizio territoriale e affidando all'Ospedale pazienti acuti e non gestibili a domicilio.
Inoltre, è doveroso ricordare che l'emergenza Coronavirus, non ha annullato le altre patologie che afferivano al Giovanni Paolo II: politraumi, IMA, problematiche chirurgiche, ginecologiche e di ostetricia, di pediatria, non trascurando il centro talassemia e trasfusionale.
Così come l'U.O. di Nefrologia e Dialisi, punto di riferimento di molti pazienti con M.O.F. (multi organ failure) che necessitano di assistenza polispecialistica.
In poche parole, centri di eccellenza che hanno saputo garantire con le brillanti professionalità una adeguata assistenza.