Sono terminate le audizioni sul mio ddl che istituisce la figura dell’infermiere di famiglia. Le audizioni sono sempre un momento importantissimo e anche in questo caso ci sono arrivati tantissimi spunti interessanti.
La cosa chiara e’ che bisogna far partire un sistema di assistenza territoriale che sia più strutturato e soprattutto che non veda più l’ospedale come una struttura dove tutti devono andare.
Nella nostra idea di sanità infatti il paziente può e deve essere gestito a domicilio grazie al ruolo fondamentale che ha il medico di famiglia coadiuvato da un infermiere.
Parliamo di qualcosa che già esiste ma esiste solo privatamente.
Quante volte se un paziente deve fare una flebo chiaramente non viene portato in ospedale ma ci si rivolge a un infermiere che lo faccia privatamente?
Una scelta giusta, ma purtroppo molto onerosa per molte famiglie. Ed è solo un piccolo esempio.
Assistere a domicilio i pazienti che hanno bisogno non solo renderà l’assistenza migliore da un punto di vista psicologico e fisico evitando spostamenti inutili ma a lungo andare porterà dei notevoli risparmi. Lo abbiamo visto anche con il Covid 19. Iniziare le cure a domicilio ha permesso di intervenire prima e meglio. 
Questo è il futuro del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Istituire la figura dell’infermiere di famiglia significa fare un passo enorme per alleggerire i nostri ospedali e curare a casa chi non ha davvero bisogno di essere ricoverato.
Guarda il mio intervento in Commissione Sanità del Senato e le Audizioni in Videoconferenza sul ddl 1346 e 1751 (infermiere di famiglia) di: Associazione italiana contro leucemie linfomi e mieloma, Alleanza delle cooperative italiane, Coordinamento nazionale di AGCI Confcooperative e Lega Coop:
Leggi il Comunicato Stampa FNOPI su approvazione Camera DL Rilancio e articolo 1 su Infermiere di Famiglia 👇
“*FNOPI*: Infermiere di famiglia e comunità: con il via libera alla Camera al decreto Rilancio
più vicino il nuovo pilastro essenziale per la prevenzione,
l’assistenza e il contrasto alle disuguaglianze
Ora una rapida approvazione al Senato e l’applicazione in tutte le Regioni:
Infermiere protagonista dell’assistenza sul territorio. Lo ha confermato l’Aula di Montecitorio varando il decreto Rilancio (che ora passa al Senato) senza modificare l’articolo 1 nella parte in cui prevede l’introduzione di 9.600 infermieri di famiglia/comunità (Ifec) nel servizio sanitario nazionale.
Infermieri che secondo l’impianto del decreto, le Regioni e i sindacati devono essere parte attiva all’interno della cornice dei distretti sanitari a cui fanno capo, anche per essere meglio dislocati sui territori.
“E’ un passo importantissimo anzitutto per la salute dei cittadini, per l’innovazione del aservizio sanitario nazionale e anche per lo sviluppo della nostra professione – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni sanitarie –. Secondo le ultime rilevazioni confermate anche dalla Corte dei conti in sua recente relazione al Parlamento, infatti, solo una minima percentuale di chi si trova in condizioni di fragilità e bisogno sanitario riesce a usufruire dell’assistenza domiciliare integrata. Il bisogno di assistenza sul territorio è ben più ampio e la prossimità, la professionalità e la capacità di relazione è una caratteristica della professione infermieristica. Non per niente il nostro Codice deontologico prescrive che ‘il tempo di relazione è tempo di cura’ e ben lo sanno tutti i pazienti rimasti soli e malati in ospedale, ma soprattutto a domicilio, durante i picchi della pandemia COVID-19, quando accanto a sé hanno trovato solo gli infermieri”.
“Ora, una volta che anche il Senato avrà dato il via libera al decreto, tutto questo sarà una realtà per i cittadini e il pilastro della prevenzione e dell’assistenza e dell’equità di accesso che finora ha proceduto al ralenti potrà decollare a pieno titolo”, aggiunge Mangiacavalli.
“Inoltre, si tratta di un’esigenza che si sta manifestando in modo ancora più forte nel post-COVID. Vogliamo dare il nostro contributo al Paese e lo vogliamo fare assieme a tutti gli altri professionisti della salute, consapevoli che tutte le energie dovranno essere orientate a garantire il diritto alla salute dei cittadini”, conclude la presidente FNOPI, dichiarando che la Federazione è pronta a continuare nell’interlocuzione già avviata con Governo, Regioni e Associazioni dei cittadini e pazienti per definire rapidamente i termini di operatività di questo professionista essenziale per il territorio.”