Ambiente e Salute: un binomio che non possiamo più scindere, anche la scienza lo conferma.
Avrete letto che è stata provata per la prima volta la presenza di microplastiche nella placentaumana.
La ricerca dell'Ospedale Fatebenefratelli di Roma e dal Politecnico delle Marche è stata pubblicata sulla rivista scientifica Environment International.
Lo studio, approvato dal Comitato etico, ha analizzato le placente di sei donne sane, tra i 18 e i 40 anni, con #gravidanze normali, che hanno dato il loro consenso alla ricerca.
Attraverso la Raman microspettroscopia, i ricercatori hanno identificato nelle placenta 12 frammenti di materiale artificiale, particelle tra i 5 e i 10 micron, cioè grandi come un globulo rosso o un batterio. Dei 12 frammenti, 3 sono stati chiaramente identificati come #polipropilene (materiale con cui vengono realizzati per esempio le bottiglie di plastica e i tappi) e 9 di materiale sintetico verniciato.
Frammenti che possono derivare da cosmetici, smalto per le unghie, dentifricio, gesso, creme per il viso e il corpo, adesivi.
I rischi per la salute dei bambini che già alla nascita hanno dentro di sè delle microplastiche ancora non si conoscono, per questa ragione è fondamentale continuare a fare #ricerca.
Ma soprattutto, come viene avanzato da decenni, è tempo di dire addio alla plastica. Un materiale che oltre ad inquinare l’ambiente che ci circonda, sta entrando anche nei nostri corpi. Infatti, anche se non si conosce la via prevalente di come le microplastiche siano entrate nell’organismo di queste mamme, gli studiosi che hanno partecipato alla ricerca affermano che si possa pensare principalmente a due ipotesi: La prima riguarda l'apparato respiratorio e quindi il circuito ematico. La seconda attraverso l'alimentazione, quindi via intestino. Per fare solo un esempio basti pensare alle vaschette di plastica in cui viene confezionato il cibo nei supermercati.
Non pensate anche voi che sia giunto il tempo di mettere “Fine” a tutto ciò? Che ognuno faccia la propria parte, anche ripulendo #arenili, giardini e soprattutto, modificando le proprie abitudini di vita, utilizzando meno plastica.
Io lo faccio da decenni, posso assicurarvi che non c’è piacere più grande che contribuire al benessere della nostra Terra.