Avevo 24 anni quando mi recai per la prima volta in Africa. Ero partito con l’idea di dare, e invece ho ricevuto più di quanto abbia mai potuto immaginare. Da medico, sono stato in missione in Africa quattro volte, l’ultima volta pochissimi anni fa.
Oggi, da senatore del Movimento 5 Stelle, ho potuto raccontare questa mia esperienza al laboratorio parlamentare di ascolto reciproco e condivisione, dove è stato affrontato il tema delle Politiche dell’Immigrazione in Europa.
Sono convinto che coloro i quali si occupano di questo delicato tema, debbano andare a conoscere il popolo africano e la loro realtà. Così come ritengo che la politica europea dell’immigrazione, sino ad oggi, non sia stata adeguata.
Una mamma che mette un bambino su un barcone lo fa per un preciso e unico motivo; queste persone non vogliono andare via dalle loro terre, a meno che non scappino dalla guerra, dalla povertà, dalle carestie, dalla morte certa.
Una delle opportunità che possiamo dare a questo continente è quella di creare l’essenziale, dare possibilità alle famiglie di avere una casa, di poter studiare, di avere acqua pulita, una corretta informazione. Si deve dare la dignità affinché queste persone possano restare nelle loro terre.
Allo stesso modo, però, gli Stati componenti dell’Unione Europea non possono chiudere le porte, l’Italia non può farsi carico da solo di questo problema, finché non saremo stati capaci di trovare una soluzione definitiva. Non si tratta di chiudere le porte o i porti, si tratta di un razionale equilibrio di responsabilità tra tutte le Nazioni”.