Continuano le audizioni in commissione Sanità del Senato sul ddl n.867, per individuare misure di prevenzione e contrasto per gli atti di violenza a danno degli esercenti le professioni sanitarie, che sempre più di frequente mettono a serio rischio l’incolumità fisica e professionale di questa categoria.
Oggi, in particolare, abbiamo ascoltato le rappresentanze della Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI) e della CGIL.
Nelle precedenti audizioni sono intervenuto anche io per raccontare la mia esperienza come medico di pronto soccorso.
Le problematiche che stiamo affrontando in questo disegno di legge le ho vissute in prima persona. Per esperienza, in trent’anni di attività in prima linea, mi sono accorto che la presenza di una guardia giurata o la richiesta di intervento di forze dell’ordine, calmava quei familiari o pazienti che stavano mostrando atteggiamenti intimidatori o aggressivi nei confronti del personale sanitario.
Difendere le professionalità e l'indipendenza del personale sanitario, creando le condizioni ambientali migliori, permetterà ai medici di svolgere meglio la loro attività. Al primo posto la sicurezza di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario, divenuta una vera e propria emergenza nel panorama del Servizio Sanitario Nazionale italiano.
Anche di questi aspetti ho parlato nei mesi scorsi in diversi incontri in Prefettura e con il commissario dell’Asp di Agrigento.
Voglio precisare che questo ddl non determinerà nessun nuovo costo per la finanza pubblica - visto che vi si provvede mediante risorse umane, strumentali e finanziarie già disponibili. Sostanzialmente, oltre alla nascita di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale sanitario e parasanitario durante lo svolgimento della loro attività, vengono previste circostanze aggravanti per chi commette violenza o minaccia a danno delle stesse professioni, attraverso l’integrazione dell’art.61 del codice penale.
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